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Azioni Mediaset: Quotazione, Andamento e Previsioni

Febbraio 26, 2021 By Emanuele Perini Leave a Comment

Azioni Mediaset: Quotazione, Andamento e Previsioni

Comprare azioni Mediaset conviene?

Se stai pensando di investire in azioni Mediaset, ma vorresti conoscere meglio l’andamento economico e finanziario di questa azienda, non devi fare altro che seguirmi in questo articolo. Infatti, faremo una panoramica sulla società, vedremo in quali settori è attiva e qual è il suo fatturato.

Inoltre, analizzeremo l’andamento del titolo Mediaset in Borsa e le previsioni sul mercato azionario in vista di possibili futuri investimenti aziendali.

In conclusione farò un’analisi dei broker più affidabili e convenienti dove poter acquistare le azioni Mediaset.

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Bene, ora che hai scoperto quali sono i 10 titoli più promettenti di questo momento, continuiamo l’articolo su le azioni Mediaset.

Breve storia Mediaset

azioni mediaset
Mediaset SpA è una società italiana attiva nel campo dei media e della comunicazione. Ha sede legale a Milano, mentre gli uffici operativi si trovano a Cologno Monzese.
Nello specifico Mediaset si occupa delle seguenti attività:

  • Produzione e distribuzione di programmi televisivi, sia in chiaro che a pagamento, su diverse piattaforme.
  • Produzione e distribuzione cinematografica.
  • Raccolta pubblicitaria.
  • Stampa (quotidiani e periodici) e Radio.

Dal gennaio 1998 Mediaset è presente anche nel settore multimediale con il suo portale internet mediaset.it, dove offre agli utenti una serie di servizi. Attualmente risulta tra i siti web più visitati in Italia. Vediamo in breve cosa prevede l’offerta.

  • Mediaset Play. Video gratuiti in esclusiva ad alta qualità.
  • TGcom24. Informazione non stop.
  • Sport Mediaset. Rubriche sportive.
  • Mediashopping. Piattaforma e-commerce.
  • Oltre a: community, servizi per telefonia cellulare e informazione aziendale (Qui Mediaset).

Mediaset Spa è una holding dell’omonimo Gruppo e rappresenta un conglomerato mediatico, ovvero l’oligopolista maggiore del mercato, quindi con scarsa concorrenza (nei fatti solo Sky Italia). La Mediaset Spa è controllata dalla famiglia Berlusconi attraverso la holding Fininvest.

In termini di fatturato attualmente Mediaset è il secondo gruppo televisivo privato in Europa, con un notevole risultato anche a livello mondiale (nel 2013 era 34°).

Come nasce Mediaset

Per capire a fondo questa azienda dobbiamo partire dagli esordi e dai primi passi percorsi dalla Fininvest e dal suo fondatore nel mondo dei media. Vediamo sinteticamente le tappe principali.

  • 1975. Silvio Berlusconi è un importante imprenditore edile (tra l’altro proprietario di Edilnord e Italcantieri). In quest’anno costituisce la Fininvest Srl, che diviene Spa sette mesi dopo.
  • 1977. Acquisisce una quota della Società Europea di Edizioni, editrice de Il Giornale, quotidiano milanese. Nel giro di due anni diverrà l’azionista di maggioranza.
  • 1978. Viene costituita la Fininvest Roma Srl, tra i soci figura anche la Banca Nazionale del Lavoro.
    Nello stesso anno acquisisce Telemilano, un’emittente televisiva locale con gravi problemi economici.
  • 1979. Avviene la fusione tra le due società (Fininvest Roma Srl e Fininvest Spa). La denominazione assunta sarà Fininvest, con capitale sociale di 52 mld di Lire e la presidenza di Silvio Berlusconi (tra gli amministratori delegati risultano il fratello Paolo e un loro cugino).
    In questo anno viene fondata anche Reteitalia, società di produzione e distribuzione cinematografica, e la concessionaria di pubblicità Publitalia ‘80.

Gli anni 1980-1984

  • 1980. Telemilano assume il nome di Canale 5.
  • 1982. La Fininvest rileva Italia 1 da Rusconi e, a fine anno, arriva a possedere un totale circa 30 emittenti.
  • 1983. Le entrate pubblicitarie Fininvest (1.500 mld di Lire) superano quelle delle reti Rai (1.365 mld).
    Nello stesso anno acquisisce il settimanale di spettacolo e televisione, TV Sorrisi e Canzoni. Il periodico passa dalle 640 mila a 2,2 mln di copie vendute.
  • 1984. Per 30 mld di Lire acquisisce il 50% degli impianti di Rete 4 (da Mondadori) e per 105 mld il magazzino programmi, da versare in quattro anni senza interessi.

Con queste acquisizioni Fininvest raggiunge una posizione dominante sul mercato televisivo. Inoltre, fornisce programmi e pubblicità a TV Koper-Capodistria e Italia 7, mentre con Junior TV e Rete A opera solo come distributore pubblicitario. Ricoprendo in questo modo circa l’80% dell’audience televisiva.

Gli anni 1985-1988

  • 1985. Il governo francese autorizza la società France Cinq (composta per il 60% da una cordata di media francesi, mentre il 40% è detenuto da Fininvest) a trasmette via etere.
    Intanto, Fininvest registra ricavi per circa 1.600 mld di Lire.
  • 1986. La Cinq, prima tv francese privata gratuita (partecipata Fininvest), inizia le sue trasmissioni. Dopo le elezioni francesi dello stesso anno, il nuovo governo (Chirac) limita gli spazi della programmazione, con conseguenti difficoltà per la rete. Fininvest cede il 15% della sua quota societaria.
  • 1987. Iniziano i rilevamenti tv da parte dell’Auditel. Publitalia ‘80 ha il controllo del 62% della pubblicità televisiva in Italia.
    I ricavi registrati in quest’anno ammontano a circa 2.600 mld di Lire.
  • 1988. Finivest acquista il 70% di Standa (grandi magazzini e supermercati) per 1.000 mld di Lire. Berlusconi stipula un contratto per alcune trasmissioni, con la tv di stato dell’Unione Sovietica.
    In Germania nasce Tele 5.
    Acquisizione di TV Koper-Capodistria, che permette a Fininvest di trasmettere eventi sportivi in diretta sul territorio nazionale.
    I ricavi registrati in quest’anno ammontano a circa 6.000 mld di Lire.

Gli anni 1990-1991

  • 1990. Apre Telecinco in Spagna, attualmente ancora attiva e tra le maggiori reti televisive iberiche.
    In Italia viene emanata la Legge Mammì, sulla regolamentazione del settore televisivo. Nei fatti la spartizione dell’etere tra RAI e Fininvest viene legalizzato.
    In seguito l’azienda Telepiù (di cui Fininvest è azionista) ottiene tre concessioni televisive per una piattaforma televisiva a pagamento (TELE+). Ma poco tempo dopo deve cedere le sue quote a causa della nuova legge. Infatti, questa consente ad un unico soggetto di possedere fino a un massimo del 25% delle emittenti presenti sul mercato.
    Tra le altre cose, la legge Mammì consente alle reti private di trasmettere le dirette tv, nascono quindi i telegiornali Studio Aperto, TG4 e TG5.
    Intanto, Fininvest registra ricavi per circa 7.500 mld di Lire.
  • 1991. L’azienda finisce sotto inchiesta per verificare che abbia lasciato in modo definitivo ogni partecipazione nell’azienda Telepiù.
    I ricavi registrati in quest’anno ammontano a circa 10.000 mld di Lire.

Gli anni 1992-1994

  • 1992. Fininvest arriva a controllare 168 società (di cui 44 non italiane), con un utile netto che ammonta a circa 21 mld di Lire, un indebitamento creditizio oltre i 3.400 mld, con debiti totali di oltre 6.000 mld e un patrimonio netto di 1.200 mld di Lire.
    La Cinq (Francia) e Tele 5 (Germania) chiudono i battenti.
  • 1993. Fininvest è la seconda azienda italiana per indebitamento, con debiti che ammontano a 3,4 volte il capitale.
    Per salvare l’impresa Berlusconi pianifica una serie di rivoluzioni aziendali, chiamando Franco Tatò a dirigere la società e quotando in borsa alcune controllate di Fininvest. Malgrado i buoni risultati raggiunti con queste operazioni, l’azienda aumenta l’indebitamento, in buona parte a causa del settore televisivo.
  • 1994. Il settore televisivo viene riorganizzato in una società denominata Mediaset Spa, con apertura a soci esterni (l’imprenditore tedesco Leo Kirch, il principe saudita Al-Walid bin Talal, banche e altri), e dove confluiscono le tre reti principali: Canale 5, Italia 1, Rete 4.
    Berlusconi abbandona tutte le cariche sociali conservando la proprietà delle quote azionarie. Nello stesso anno fonda il movimento politico Forza Italia.
    Fedele Confalonieri è il nuovo presidente del gruppo Mediaset.

Mediaset

Storico finanziario ed economico di Mediaset

La Mediaset Spa viene introdotta in borsa nel 1996 con una capitalizzazione di circa 8.200 mld di Lire ed un collocamento di 7.000 Lire (3,62 Euro) per azione.

Vediamo quali sono state le successive tappe fondamentali per l’azienda.

  • 1999. La Fininvest rifiuta l’offerta di 7.000 mld di Lire, da parte del magnate australiano Rupert Murdoch, per rilevare Mediaset.
  • 2000. Il titolo Mediaset supera le 52.000 Lire ad azione (circa 27 Euro). Sarà il suo massimo storico.
  • 2005. Viene creata Mediaset Premium, tv a pagamento su digitale terrestre.
    Mediaset viene introdotta nel mercato finanziario statunitense, tramite il programma ADR Level 1 e JPMorgan Chase come banca depositaria.
  • 2006. Si parte con la prima rete europea per la Mobile Tv, tramite trasmissione in digitale terrestre e con tecnologia Digital Video Broadcast Handheld.
  • 2007. Mediaset consolida la sua presenza anche in Europa. Tramite una partnership con Cyrte Found e Goldhman Sach acquisisce il controllo di Endemol, società olandese specializzata in produzione di format televisivi.
    Mentre nel settore cinematografico viene acquisita Medusa Film.
  • 2008. Avviene l’acquisizione di Taodue, società specializzata nella produzione di serie tv.

Gli anni 2010

  • 2016. Il 12 dicembre Vivendi (società francese operante nel settore dei media) annuncia di possedere oltre il 3% del capitale Mediaset. Pochi giorni dopo arriva al 20% , annunciando di voler raggiungere il 30%. Il 20 dicembre 2016 la partecipazione del gruppo francese sale al 25,75 % del capitale, con il 26,77% dei diritti di voto.
    Il 22 dicembre la Vivendi annuncia di aver raggiunto il 29,99% del capitale Mediaset.
    L’aggressiva scalata di Vivendi a Mediaset, si calcola abbia causato un danno alla famiglia Berlusconi stimato sui 341 milioni di Euro, portando un passivo di 294 milioni nel bilancio Mediaset del 2016.
  • 2017. In base ai dati divulgati dalla Consob, al 1º marzo, la partecipazione di Vivendi si è attestata al 25,753% del capitale di Mediaset.
  • 2020. A febbraio la quota Vivendi è arrivata a superare il 28,8%.

Nell’arco di oltre 20 anni l’andamento economico e finanziario di Mediaset è stato piuttosto movimentato. Pertanto, in sintesi, attualmente Mediaset si occupa in particolare di gestire quanto segue:

  • Reti televisive. Possiede 4 canali generalisti e 8 canali tematici.
  • Vendita di diritti audiovisivi.
  • Gestione di pubblicità.
  • Produzione ed edizione musicale e Internet.

La maggioranza del fatturato Mediaset deriva dalle sue attività in Italia (il 72% del volume d’affari complessivo), per il resto i guadagni arrivano soprattutto dalla Spagna e dal resto dell’Europa.

Dati finanziari Mediaset

  • Capitalizzazione di mercato: 2,81 mld di Euro.
  • Azioni in circolazione: 1,18 mld, con valore nominale di 0.52 euro.
  • Piazza di quotazione: Milano.
  • Settore: Beni di consumo ciclici. Editoria e stampa.
  • Dipendenti: 5000 circa.
  • Persone chiave: Fedele Confalonieri (presidente) e Pier Silvio Berlusconi (CEO).

Di seguito alcuni dati finanziari Mediaset riferiti al 2019 e comparati all’anno di esercizio precedente.

  • Ricavi totali: 2,93 mld di euro, -13,99%.
  • Utile netto: 190,30 mln di euro, -59,63%.

Dati finanziari Mediaset

Azionariato Mediaset

Vediamo chi sono i maggiori azionisti Mediaset, secondo i dati diffusi dalla Consob e aggiornati a febbraio 2021.

  • 41,291% – appartiene alla Fininvest, holding della famiglia Berlusconi.
  • 28,804% – è di proprietà della società francese Vivendi.
  • 19,193% – appartiene alla Simon Fiduciaria SpA.
  • 3,795% – sono azioni di proprietà Mediaset.

Dividendi Mediaset

L’ultimo dividendo Mediaset risulta distribuito a maggio 2016, ed ammontava a 0,02 euro per azione ordinaria.

Andamento quotazione Mediaset

Come dicevamo, le azioni Mediaset sono negoziate alla Borsa di Milano e contribuiscono al calcolo dell’indice MIB30.

Guarda il grafico in tempo reale.

Vediamo quindi come si è comportato il titolo Mediaset negli ultimi 5 anni.

Andamento quotazione Mediaset

Dal grafico si nota la fase negativa che intraprende il titolo a partire dalla primavera 2016. Fase che si conclude nel novembre successivo quando il valore di ogni singola azione arriva a sfiorare i 2,3 euro.

Mentre, in concomitanza con l’inizio della scalata Vivendi (dicembre 2016) si ha una fase positiva, dove la quotazione Mediaset supera in breve tempo la soglia dei 4 euro (20 gennaio 2017).

Successivamente, l’entusiasmo si stempera e il titolo perde gradualmente terreno.

Nell’ultimo anno c’è da registrare la forte perdita subita tra febbraio e marzo 2020. L’avanzare della pandemia Covid-19, infatti, ha messo in ginocchio le Borse mondiali, ma anche buona parte delle aziende quotate. Il 21 febbraio il titolo Mediaset aveva un valore di 2,29 euro, mentre il 12 marzo ha chiuso a 1,37 euro.

I mesi successivi sono stati piuttosto contrastati. Tuttavia, a partire da novembre 2020 il titolo intraprende una nuova fase positiva, che lo porta a chiudere a 2,38 euro nel febbraio 2021.

Previsioni azioni Mediaset

Secondo gli analisti le azioni del Gruppo possono rivelare un prolungamento della fase positiva. Anche se non si esclude una inversione di tendenza.

In questo periodo, l’investimento in azioni Mediaset presenta una rischiosità decisamente elevata, pertanto si configura confacente a quegli investitori più propensi al rischio.

Limiti e debolezze di Mediaset

Anche se Mediaset è un’azienda solida, per poter valutare un eventuale investimento in azioni di questo gruppo, dobbiamo riportare alcuni punti di debolezza che ne limitano la crescita. Vediamoli.

  • Le frequenze televisive.
    Secondo i competitor dell’azienda le frequenze che utilizza sarebbero state distribuite in modo non corretto. Un’eventuale ridistribuzione potrebbe portare conseguenze negative per la redditività dell’impresa.
  • I costi tecnologici.
    In un’azienda che deve stare al passo con le novità del settore e se possibile anticiparle, i costi da sostenere possono pesare non poco sui risultati operativi.
  • La concorrenza dei grandi media internazionali.
    Mentre Mediaset ha difficoltà ad espandersi in modo capillare oltre confine, le altre aziende potrebbero addirittura minare anche la sua supremazia in patria.

Tuttavia, c’è da rilevare che attualmente, con le sue attività di produzione e distribuzione di contenuti televisivi, Mediaset riveste una posizione di tutto rispetto nel settore, anche a livello mondiale, per questo la concorrenza nei suoi confronti è scarsa.

Una minaccia potrebbe arrivare dal gruppo francese di TF1, operante nell’ambito della tv gratuita e proprietaria del network Eurosport. Negli ultimi anni, la TF1, ha notificato un volume d’affari e dei guadagni netti al rialzo.

Punti di forza di Mediaset

Vediamo, innanzitutto, dove e perché primeggia la Mediaset.

  • La Reputazione in Borsa.
    E’ tra le aziende più redditizie del mercato borsistico italiano. Infatti, riscuote sempre molto interesse negli investitori.
  • I canali multiplex del digitale terrestre.
    Il gruppo Mediaset ne detiene le autorizzazioni necessarie all’utilizzo. Non tutte le imprese del settore hanno questo vantaggio.
  • La gamma di servizi proposti.
    L’offerta Mediaset è particolarmente variegata e le permette di raggiungere un pubblico più ampio e posizionarsi in diversi segmenti di mercato contemporaneamente.
  • I centri di produzione.
    Si trovano a Segrate, Cologno Monzese e Roma. Stiamo parlando di strutture all’avanguardia che hanno richiesto notevoli investimenti, ma che dovrebbero iniziare a produrre ulteriori profitti per l’azienda già nei prossimi anni.
  • Diffusione dei programmi televisivi (e messaggi pubblicitari annessi).
    Malgrado Mediaset operi soprattutto in Italia, può diffondere i suoi programmi anche nei paesi limitrofi al nostro confine: Albania, Croazia, Svizzera, Malta, San Marino, Slovenia.

Principali partner Mediaset

Abbiamo già parlato del gruppo francese TF1 come maggiore concorrente di Mediaset in Europa. Di recente Mediaset e TF1 hanno acquisito una partecipazione in Studio71 (società valutata 400 mln di Euro), rispettivamente con il 5,5% e TF1 il 6,1% ed un investimento totale di circa 53 mln di Euro.

Studio 71 è il principale multichannel network in Europa (tra i primi cinque al mondo) ed è controllato dal gruppo tedesco ProSiebenSat.1 Media. Con oltre 6 miliardi di video visionati al mese e 1.100 canali, ha un’espansione internazionale (Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia).

Secondo una nota, l’obiettivo di Mediaset è di costituire il più importante gestore europeo di talent digitali, in stretta sinergia con la tv generalista.

Tra i punti di forza dell’azienda vorrei citare anche i sempre positivi ricavi del settore pubblicitario.
Nel primo trimestre del 2017 si è avuto un +2,4 %, rispetto allo stesso periodo del 2016. Una tendenza che, secondo gli obiettivi del piano finanziario Mediaset 2020, potrebbe rafforzarsi ulteriormente.

Inoltre, c’è da aggiungere che il fatturato pubblicitario relativo al solo comparto radiofonico, nel primo trimestre del 2017, è stato di oltre 28 mln di Euro.

Dove comprare azioni Mediaset

Vediamo di seguito qual’è il servizio migliore per investire in Borsa.

Sino a qualche tempo fa per acquistare titoli azionari o altri asset ci si rivolgeva alla propria banca. Anche oggi è possibile richiedere al proprio istituto di credito questo servizio, tuttavia devi sapere che si tratta di una soluzione che presenta dei forti svantaggi, i quali potrebbero creare dei limiti al tuo investimento. Vediamo perché:

  • Pochi titoli. Gli istituti di credito italiani operano prevalentemente nella Borsa Italiana, perciò hanno a disposizione un numero molto limitato di titoli da offrire ai propri clienti. Ti ricordo che una delle strategie migliori, per contenere i rischi di un investimento, consiste proprio nel differenziare quanto più possibile il proprio portafoglio azionario.
  • Nessuna vendita allo scoperto. Non puoi profittare sulle fluttuazioni di mercato puntando sulla flessione delle quotazioni (anche se nei fatti non le possiedi).
  • Nessuna compravendita in giornata. Ovvero, non è possibile acquistare e vendere in modo rapido i titoli azionari.
  • Nessuna vendita al margine e leva finanziaria. Si tratta di strumenti di investimento utili per fare trading con qualunque andamento del titolo azionario in oggetto.
  • Commissioni elevate. Le operazioni bancarie richiedono un costo non indifferente, il quale andrà ad incidere sui tuoi margini di guadagno.

Detto questo, il mio consiglio è di valutare il trading online, la soluzione migliore se vuoi fare trading e sfruttare tutti gli strumenti finanziari che mette a disposizione dei trader.

Su internet trovi numerose offerte di piattaforme che ti permettono di operare tramite il tading online, tuttavia il mio consiglio è di appoggiarti sempre ad un servizio affidabile e sicuro per i tuoi soldi.

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Conclusioni

Come dicevo, il titolo Mediaset risulta sempre molto interessante per gli investitori. Se si considera che la maggior parte dei titoli del Ftse Mib sono bancari, Mediaset rappresenta di certo un investimento alternativo.

Inoltre, tra i titoli quotati alla Borsa di Milano, Mediaset è l’unico del settore media ed editoria.

Nel 2016 il mancato accordo con Vivendi per la cessione di Mediaset Premium ha causato una perdita di oltre 294 mln di Euro, con un bilancio in rosso, probabilmente il peggiore della storia di Mediaset. Tuttavia, il gruppo ha registrato ricavi pubblicitari del +2,8%.

Tutto ciò premesso, vediamo di trarre qualche conclusione.

Come ho avuto modo di dirti in altre occasioni il mio compito è di fornirti gli strumenti necessari per permetterti di fare una valutazione concreta.

Pertanto, ciò che ti consiglio è di tenere ben presente tutte le informazioni e i dati che ti ho fornito sin qui, ed inoltre cerca di monitorare costantemente le attività finanziarie e gli investimenti di Mediaset, nonché della sua concorrenza.

In particolare, osserva le seguenti attività che potrebbero influire positivamente sul titolo:

  • investimenti in sviluppo ed espansione delle proprie attività, in Europa e nel resto del mondo.
  • alleanze strategiche con altri grandi nomi della televisione, dei media digitali e delle telecomunicazioni.
  • aumenti di mezzi finanziari per migliorare i flussi di cassa.
  • normative europee che potrebbero consentirgli di estendere più agevolmente le proprie attività oltralpe.
  • riduzione dei costi operativi con sistemi automatizzati ed efficienti.

Mentre, tieni sotto controllo i seguenti aspetti negativi:

  • i principali concorrenti di Mediaset nel mercato nazionale (RAI, la 7 News Corporation e Sky Italia) sono sempre in cerca di quote di mercato e potrebbero riuscirvi se Mediaset non sarà in grado di far fronte ai loro attacchi.
  • Mediaset è in contenzioso contro Google per la violazione di Copyright, che potrebbe costare molto denaro al gruppo, oltre al grave danno che subirebbe la sua immagine di brand. Se si pensa ai mezzi di cui dispone Big G, è molto probabile che la sentenza del processo non sia favorevole all’azienda italiana.
  • i costi operativi sono elevatissimi. Solo con una soluzione adeguata, l’azienda potrebbe tranquillizzare gli investitori.

Inoltre, segui anche l’andamento del mercato dei media, nonché l’andamento dell’economia in generale.

Tutte queste informazioni possono essere utili per valutare un investimento in azioni Mediaset.

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