Comprare azioni ENI conviene?
Come ti ho anticipato in altre occasioni, un investitore deve innanzitutto cercare di limitare i rischi. Pertanto, il mio consiglio è di diversificare il più possibile il proprio portafoglio azionario.
Tuttavia, diversificare non significa solo acquistare titoli di differenti società quotate, ma sarebbe opportuno anche spaziare nei diversi settori economici.
Se nel tuo portafoglio investimenti non hai ancora titoli azionari del settore energetico potresti valutare di diversificare il tuo pacchetto azionario con alcuni tra i titoli più interessanti in questo campo.
Nel presente articolo parleremo di ENI, una delle società italiane quotate in Borsa e attiva nel settore dell’energia.
Di seguito andremo ad analizzare il suo storico economico e finanziario, nonché l’andamento del titolo in Borsa e le previsioni.
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Bene, ora che hai scoperto quali sono i 10 titoli più premettenti di questa epoca, continuiamo l’articolo con le azioni ENI.
Cos’è ENI e cosa fa
ENI SpA nasce nel 1953 come Ente Nazionale Idrocarburi, ente pubblico voluto dallo Stato Italiano. Il primo presidente fu Enrico Mattei.
Il gruppo ENI è attivo in diversi settori:
- petrolio
- gas naturale
- chimica e chimica verde
- produzione e commercializzazione di energia elettrica e delle energie rinnovabili.
Il gruppo ENI ha sede a Roma, è presente in 71 paesi e può contare su quasi 33 mila dipendenti.
Secondo la rivista Forbes, nel maggio del 2017, il gruppo Eni rientra tra le prime 500 aziende al mondo per capitalizzazione di mercato. Mentre, secondo la classifica Fortune 500, l’Eni è tra le prime 150 al mondo per fatturato.
Nel 2018 l’ENI è l’ottavo gruppo petrolifero mondiale per giro d’affari.
Breve storia dell’ENI
La storia dell’ENI parte dal lontano 1926 quando venne costituita l’AGIP. Tuttavia, per questioni di spazio mi limiterò a riportare solo alcuni degli eventi più rilevanti a partire dal 1992, ovvero l’anno della sua privatizzazione.
Con la legge Amato, n. 333/1992, l’ENI fu trasformata in SpA controllata dal Ministero del Tesoro. Fu nominato presidente Gabriele Cagliari, con Franco Bernabè come amministratore delegato.
1993. Cagliari e altri dirigenti rimangono implicati nelle inchieste di Tangentopoli. Bernabè denuncia la presenza all’interno delle aziende del gruppo di un metodo di “fondi neri”. Questo metodo consente di trasferire all’estero soldi destinati al finanziamento di partiti politici. Nel luglio 1993, mentre si trova detenuto in custodia cautelare, Cagliari si suicida.
In seguito si scopriranno diversi miliardi di Lire che il dirigente ENI aveva trasferito all’estero. Anche se la vedova Cagliari mise a disposizione la somma rinvenuta, iniziano tra l’eredità e l’ENI una serie di battaglie legali. In effetti, l’ENI non cercava tanto di recuperare il denaro, ma di rimediare al danno di immagine subito, prendendo in questo modo le distanze dall’operato di Cagliari.
In seguito il gruppo subisce una radicale ristrutturazione, la quale portò ad una riduzione notevole del numero di dipendenti del gruppo, rispetto agli anni ottanta quando si raggiunsero le 144 mila unità.
1995 – 2001. Lo Stato Italiano cede una parte consistente del suo capitale azionario, mantenendo una quota di circa il 30% (quote del Tesoro e della Cassa Depositi e Prestiti), e il controllo della società.
Gli anni 2000
2007. Il gruppo Eni sottoscrive un accordo con Gazprom (compagnia petrolifera russa) per il prolungamento della fornitura di gas. Con la stessa intesa i russi ottengono il permesso di poter vendere il gas in Italia, mentre l’Eni può sviluppare progetti di ricerca ed estrazione di idrocarburi nella regione siberiana.
2008-2009. Eni acquisisce la maggioranza delle quote azionarie della belga Distrigas, società operante nella distribuzione di gas naturale in Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi.
In seguito, Eni lancia una OPA obbligatoria sulle rimanenti azioni Distrigas. L’operazione si è conclusa a marzo 2009 con esiti positivi. Nei fatti ENI ha consolidato la propria posizione di leader sul mercato europeo del gas naturale.
2012. Le quote di ENI appartenenti al Ministero del Tesoro sono state cedute alla Cassa Depositi e Prestiti. Anche Snam è stata scorporata e ceduta a Cassa Depositi e Prestiti.
2015. Parte la direzione Energy Solutions, con l’obiettivo di promuovere le energie rinnovabili.
2017. Eni cede le attività di Gas&Power retail in Belgio.
Dati finanziari ENI
- Capitalizzazione di mercato: 33,16 mld di Euro.
- Azioni in circolazione: 3,61 mld.
- Piazza di quotazione: Milano e NYSE.
- Settore: Energia. Petrolio e Gas.
- Dipendenti: 32mila circa.
- Persona chiave: Claudio Descalzi (CEO).
Di seguito alcuni dati finanziari ENI riferiti al 2020, e comparati all’anno di esercizio precedente.
- Ricavi totali:43,99 mld di euro, -37,05%.
- Utile netto: -8,56 mld di euro, -5.885,81%.
Azionariato ENI
In base ai dati forniti dalla Consob e aggiornati a febbraio 2021, i principali azionisti ENI sono:
- 26,369% – appartiene a Cassa Depositi e Prestiti SpA , società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
- 3,934% – appartiene al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze mantiene il potere di nominare la maggior parte dei componenti del consiglio di amministrazione, il quale è articolato come segue: 9 consiglieri e un amministratore delegato.
Dividendi ENI 2019
Per l’anno di esercizio 2019 il dividendo ENI è stato stabilito in 0,36 euro per azione posseduta.
Principali partecipazioni del gruppo Eni
EniPower: 100%, produzione e vendita di energia elettrica e vapore tecnologico.
Syndial: petrolchimica e gestione siti dismessi.
Versalis: petrolchimica.
Saipem: 30,421%, costruzioni off-shore e on-shore, posa condotte e perforazioni.
Eni Adfin: centro di eccellenza e referente unico di ENI per i servizi di pagamento integrati con le attività amministrative per le società italiane.
EniProgetti: servizi di ingegneria.
AGI – Agenzia Giornalistica Italia: agenzia di stampa.
Eni Corporate University: 100%, selezione e formazione risorse umane.
Eni International Resources Limited: selezione e sviluppo risorse internazionali.
Raffineria di Milazzo in società con Kuwait Petroleum Corporation.
PetroVen: movimentazione prodotti petroliferi.
EniServizi: 100%, servizi non strategici.
Eni Gas e Luce SpA.
Punti di forza ENI
Oltre alle partecipazioni di ENI dobbiamo citare altri punti di forza del Gruppo. Vediamoli.
Il posizionamento sul mercato internazionale dell’energia.
ENI è riuscita a occupare un posto di riguardo tra i colossi del settore, condizione che la configura come una delle aziende più affermate, anche grazie alla qualità dei suoi servizi e alla varietà dell’offerta. Inoltre, in Europa è una delle aziende che svolgono da più tempo questa attività, il che la pone in notevole vantaggio rispetto ai concorrenti più “giovani”.
Organizzazione e struttura dei vari comparti.
Il gruppo ENI gestisce per intero tutta la catena produttiva: dall’estrazione, alla raffinazione, sino alla distribuzione. Pertanto, non dipende in alcuno modo da imprese esterne al proprio pacchetto di partecipate, se non in maniera marginale. Da rilevare anche la promozione dei servizi che è affidato all’ufficio marketing interno. Il Gruppo risulta quindi perfettamente autonomo nel gestire i propri piani di distribuzione e commercializzazione.
Investimenti in ricerca e sviluppo.
Per mantenersi al passo con i tempi e far fronte alle richieste di un mercato sempre più esigente, ENI investe non poche risorse per offrire un servizio sempre di alta qualità, con un occhio di riguardo all’ambiente (argomento molto caro al moderno consumatore).
Punti di debolezza ENI
Le aziende che operano nel campo energetico sono, per natura, tra le prime a risentire delle crisi petrolifere.
Aspetti finanziari.
Già da alcuni anni gli analisti hanno rilevato alcuni problemi finanziari del Gruppo, in rapporto alla crisi economica europea. Ciò ha avuto delle ripercussioni negative sull’azienda portandola ad essere penalizzata sui mercati finanziari e riducendone la redditività.
Gestione generale.
A far allarmare gli analisti vi è anche la scarsa capacità dell’azienda di raggiungere gli obiettivi che si pone. Infatti, malgrado la radicale ristrutturazione operata negli ultimi anni, il Gruppo continua ad avere costi di produzione elevati, nonché difficoltà a gestire le strategie di vendita.
Scarsi risultati in alcuni comparti.
In particolare, la divisione petrolchimica negli ultimi anni ha reso delle performance mediocri rispetto alle aspettative.
Organizzazione e struttura dei vari comparti.
Come abbiamo detto, nel paragrafo dedicato ai punti di forza, ENI ha una gestione totale della propria catena operativa (dall’estrazione alla distribuzione). Tuttavia, devo citarla anche come punto di debolezza, poiché in questo modo riduce la possibilità di collaborazioni. Un fattore di certo negativo in quei mercati internazionali dove è maggiormente difficoltosa la penetrazione sul mercato locale.
Vertenze giudiziarie ENI
Nel 2015 l’azienda ed il suo amministratore delegato sono stati prosciolti dalle accuse di corruzione internazionale. Gli inquirenti ipotizzavano che ENI fosse coinvolta in un giro di tangenti in Algeria.
Mentre, rimane in piedi l’accusa di corruzione internazionale in Nigeria.
Nel 2016 la procura di Milano chiude l’inchiesta ENI sulla Nigeria per corruzione internazionale con presunta tangente di 1,92 mld di Euro.
Sono stati inseriti nel registro degli indagati undici persone, tra le quali Claudio Descalzi (Ad ENI), Paolo Scaroni ed il faccendiere Luigi Bisignani.
Nel 2018 il GUP condanna 2 degli imputati (che avevano scelto il rito abbreviato) a 4 anni di reclusione. Mentre, per gli altri imputati si svolgerà un processo secondo il rito ordinario.
La società si è sempre dichiarata estranea ai fatti.
Le controversie ENI
Kazakistan
Nel dicembre 2011 sono state uccise dodici persone dalla polizia locale, mentre manifestavano per i propri diritti. Si tratta di operai della Ersai Caspian, controllata da Saipem (gruppo ENI).
A seguito di questa vicenda la Human Rights Watch ha pubblicato un dossier. Dalle indagini condotte dagli ispettori della ong, si evincono le continue violazioni dei diritti dei lavoratori da parte della società Ersai Caspian. Nel rapporto viene evidenziato che per diverso tempo l’azienda ha rifiutato qualsiasi trattativa sulle richieste dei lavoratori, nonché di aver applicato metodi discutibili per far rientrare la protesta: come licenziamenti per gli operai più vicini ai sindacati, minacce e in qualche caso anche aggressioni fisiche.
Nigeria
Uno studio del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, diverse ong e alcune inchieste giornalistiche hanno denunciato come il Delta del Niger sia stato devastato dalle attività di diverse compagnie petrolifere.
Tra queste: Eni e le sue consociate NAOC (Nigerian Agip Oil Company) e AGIP Nigeria PLC; nonché la Shell, Chevron, Total, ELF ExxonMobil.
Le cause sarebbero da ricondurre alle fuoriuscite di petrolio dagli oleodotti che avrebbero contaminato le falde acquifere, i corsi d’acqua, le foreste, le mangrovie e i campi coltivati. Tutti elementi che avrebbero compromesso le fonti di sostentamento delle comunità locali.
A questo proposito, la Corte di Giustizia della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale, in una sentenza del 2012, ribadisce le responsabilità delle compagnie petrolifere e del governo locale.
Sempre in Nigeria l’Eni pratica il gas flaring, un procedimento altamente inquinante per l’atmosfera, poiché rilascia un notevole quantitativo di anidride carbonica nell’aria. Tuttavia, l’azienda nel 2017 ha dichiarato un -68% di gas inviato a flaring, rispetto al 2007, e conta su un azzeramento entro il 2025.
Andamento quotazione ENI
Vediamo l’andamento del titolo ENI a piazza Affari, negli ultimi 5 anni.
Come si vede dal grafico, il titolo ENI nel febbraio 2016 ha valore di circa 13 euro.
In seguito si ha un’ascesa costante dove la quotazione ENI supera i 16 euro a metà maggio 2018.
L’andamento è poi abbastanza contrastato, tuttavia il titolo tende a perdere valore.
Nell’ultimo anno c’è da registrare la forte perdita subita tra febbraio e marzo 2020. L’avanzare della pandemia Covid-19, infatti, ha messo in ginocchio le Borse mondiali, ma anche buona parte delle aziende quotate. Il 21 febbraio 2020 il titolo ENI aveva un valore di 12,76 euro, mentre il 16 marzo ha chiuso poco sotto i 6,50 euro.
Dopo una iniziale ripresa, i ripetuti lockdown e la conseguente perdita di ricavi derivanti dalla vendita dei carburati da trazione, portano il titolo ENI sotto i 6 euro nell’ottobre 2020.
Negli ultimi mesi c’è da registrare una ripresa costante della quotazione ENI, che la porta a chiudere sopra i 9 euro a gennaio e a febbraio 2021.
Previsioni azioni ENI
Secondo gli analisti per le azioni ENI si prevede nel breve un prolungamento della fase rialzista.
In questo periodo, l’investimento in azioni ENI presenta una rischiosità decisamente elevata, pertanto si configura confacente a quegli investitori più propensi al rischio.
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- I titoli disponibili. La gran parte delle banche italiane operano solo nella Borsa di Milano. Non puoi quindi puntare sulle azioni ENI, né tanto meno sui titoli più interessanti di questo periodo (Amazon, Apple, Booking, Disney, Netflix, ecc.).
- Costo commissioni. Le commissioni bancarie sono sempre state tra le più elevate del mercato. Questo significa che al tuo profitto generato dall’investimento dovrai sottrarre i costi per la transazione e il mantenimento delle operazioni.
- Nessuna vendita al margine e leva finanziaria. Non ti è possibile utilizzare strumenti di investimento per fare trading indipendentemente dall’andamento del titolo azionario.
- Nessuna vendita allo scoperto. Non puoi operare e trarre profitto dalle fluttuazioni del mercato giocando sul calo delle azioni (anche se nei fatti non le possiedi).
- Comprare e vendere azioni in giornata. Attraverso un istituto bancario non puoi sfruttare tutte le opportunità che il mercato azionario, come acquistare e vendere rapidamente i titoli azionari.
Detto questo, la soluzione migliore per comprare azioni ENI, come qualsiasi altro titolo, è certamente il Trading online.
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Conclusioni
Il mio compito è quello di valutare tutti gli aspetti di un’azienda per consentirti di effettuare una tua valutazione per quanto possibile vicina alla realtà.
Quindi, guardando il Gruppo ENI da un punto di vista strettamente finanziario, non possiamo non notare che l’utile operativo è in crescita da alcuni anni, pertanto l’azienda risulta piuttosto solida e interessante per gli investitori e gli azionisti.
Tuttavia, cerca di tenere conto anche di altri aspetti molto importanti.
Innanzitutto, valuta con attenzione i punti di forza e i limiti del Gruppo. Inoltre, tieni sotto controllo alcuni aspetti fondamentali:
- L’evoluzione del mercato energetico.
- Gli investimenti rivolti a migliorare la gestione e l’amministrazione dei vari comparti operativi.
- Eventuali acquisizioni e partnership strategiche.
- Segui con attenzione anche la concorrenza nel settore energetico.
- Monitora tutte le informazioni rilasciate dall’azienda. In particolare, piani di investimento, nuove partnership, ricavi, riduzione dei costi operativi con sistemi innovativi ed efficienti, ecc..
Questi sono dati importantissimi che dovresti controllare costantemente, tuttavia non sono ancora sufficienti. Infatti, dovrai seguire anche l’andamento del titolo in Borsa e, in particolare, controllare la volatilità del periodo di riferimento.
Tutte queste informazioni possono essere utili per valutare un investimento in azioni ENI.
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