Comprare azioni TIM conviene?
Uno dei metodi più efficaci per limitare i rischi quando si investe in borsa consiste nel diversificare il proprio portafoglio azionario.
Per farlo non basta acquistare titoli di differenti società quotate, ma sarebbe opportuno anche spaziare nei diversi settori economici.
Pertanto, in questo articolo valuteremo se conviene comprare azioni Telecom Italia SpA (TIM), azienda attiva nel settore delle telecomunicazioni.
Andremo ad analizzare il suo storico economico e finanziario, nonché l’andamento del titolo in Borsa.
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Bene, ora che hai scoperto quali sono i 10 titoli più promettenti di questo momento, continuiamo l’articolo su le azioni TIM.
Cos’è TIM e di cosa si occupa
Il Gruppo TIM SpA, già Telecom Italia SpA, è una società italiana che offre servizi di telefonia, internet e televisione via cavo.
Nello specifico è attiva nei seguenti settori:
- Telefonia fissa, mobile e pubblica, telefonia IP.
- Servizi Internet e Fibra ottica
- TV via cavo (in tecnologia IPTV)
La TIM opera principalmente in Italia e in Brasile. Attualmente è il settimo gruppo economico italiano per fatturato e rientra tra i primi 500 al mondo.
Le origini dell’azienda partono dagli anni venti, pertanto di seguito vedremo le principali tappe del suo percorso che l’hanno portata sino ad oggi.
Breve storia TIM
Nel 1925 viene fondata la Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda (STIPEL). Nello stesso anno il Governo Mussolini riorganizza il sistema telefonico italiano dividendo il territorio in 5 aree, ognuna gestita da una società diversa.
- 1964. Le cinque società si fondono e creano la Società Italiana per l’Esercizio Telefonico, ovvero la SIP.
- Gli anni 80 vedono una ristrutturazione generale della società, con una maggiore varietà di servizi e prodotti offerti, nonché l’introduzione di innovazioni sul piano tecnologico, in particolare di nuovi sistemi informativi.
- 1985. Inizia il processo di digitalizzazione della rete telefonica su tutto il territorio italiano, anche con l’introduzione delle fibre ottiche.
STET (gruppo IRI), maggior azionista SIP, vende una parte delle sue azioni, passando dall’82% al 54% e mantenendo il controllo societario. - 1993. Si ha l’avvento della rete intelligente.
- 1994. Con la messa in atto del processo di liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni si ha la nascita di Telecom Italia.
- 1995. E’ l’anno della creazione di TIM (Telecom Italia mobile), il capitale è per il 63,01% della STET. Seat (Pagine Gialle) viene scissa in Telecom Italia.
- 1996. Seat viene privatizzata a favore di Ottobi, Telecom mantiene il 20%.
- 1997. La Finanziaria STET e Telecom Italia vengono fuse. La nuova società assume la denominazione di Telecom Italia.
Avviene la privatizzazione della società. Telecom Italia viene introdotta alla Borsa di Milano, con le azioni collocate a 10.902 lire. - 1999. Olivetti (già nel settore con Omnitel e Infostrada), attraverso Tecnost di Roberto Colaninno riesce a ottenere il controllo della società con una quota del 51,02%.
Gli anni 2000
Nel 2001 Telecom Italia passa sotto la gestione della finanziaria Olimpia, costituita da: Pirelli di Tronchetti Provera (al 60%), Edizione Holding dei Benetton, Banca Intesa e Unicredito Italiano, a cui in seguito si aggiunge Hopa (finanziaria di Gnutti).
Il 2003 porta alla fusione con Olivetti che incorpora Telecom Italia e assume la sua denominazione sociale. Con questa operazione i debiti degli azionisti di controllo vengono scaricati sul gruppo Telecom, con un conseguente indebitamento netto che passa da 18,1 mld (2002) a 33,3 mld (2003).
Per calmierare il notevole indebitamento si ricorre alla vendita di buona parte delle partecipate estere e immobili ceduti ai fondi partecipati da Pirelli Real Estate per un valore di circa 2,6 mld di Euro. Ovvero, un totale ridimensionamento dell’azienda sul mercato internazionale.
2005. Telecom lancia un’OPA su TIM, azienda già controllata al 56%. Il costo dell’operazione porta l’indebitamento di Telecom da 29,5 a 46,7 mld di Euro (circa il 150% del fatturato). La fusione Telecom-TIM viene finanziata con un mutuo di una cordata di banche, nella misura maggiore da Banca Intesa.
Inoltre, Telecom Italia acquista tutte le attività Internet della sua controllata Telecom Italia Media (ovvero tin.it). In questo modo la sua offerta si completa con servizi voce, mobile e dati.
Il bilancio del 2005 registra un indebitamento finanziario netto di 39,8 mld di Euro.
Nel settembre 2006 viene annunciato lo scorporo e la riorganizzazione dell’azienda Telecom Italia in quattro distinti settori:
- telefonia fissa – Telecom Italia
- gestione della rete telefonica – Telecom Italia Rete
- telefonia mobile – Telecom Italia Mobile
- gestione dei servizi – Telecom Italia Net
- internet e media – Tin.it
Dopo l’annuncio dello scorporo, Marco Tronchetti Provera lascia la guida dell’azienda.
A ottobre 2007 viene firmato il passaggio da Olimpia a Telco, una cordata italo-spagnola composta da Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo, Sintonia e Telefónica.
Nel febbraio 2014 Telecom Italia debutta nel seed investment a beneficio di startup digitali, con forte capacità d’innovazione sul fronte tecnologico, mobile, digitale e dell’ICT.
A luglio 2014 avviene il completamento della sottoscrizione di più di 96 milioni di azioni ordinarie da parte degli oltre 18 mila dipendenti che l’hanno richiesta. La somma investita da parte di ogni dipendente ammonta mediamente a circa 4.500 Euro.
Nel 2015 avviene la fusione per incorporazione di TI Media in Telecom Italia. Con questa operazione TIM diventerà l’unico marchio commerciale del Gruppo, che verrà utilizzato per l’intera offerta di telefonia fissa, mobile e internet dell’azienda Telecom Italia e diventa operativo il sito unificato di Tim, che comprende le offerte e l’assistenza per la telefonia fissa e mobile.
La scalata di Vivendi
Abbiamo già avuto modo di parlare di Vivendi, gruppo francese che opera nel campo dei media e delle comunicazioni, in particolare dell’ascesa aggressiva praticata nei confronti di un’altra azienda italiana (Mediaset).
Nell’ottobre 2015 Vivendi porta la propria quota di partecipazione in TIM a circa il 20% e ottiene tre consiglieri nei comitati di gestione.
A gennaio 2016 Vivendi arriva al 21,4% e il nel febbraio al 22,8%. A marzo il gruppo francese si porta al 24,9% divenendo il maggior azionista di TIM-Telecom Italia.
Il 7 agosto 2017 Vivendi comunica di non esercitare alcun controllo di fatto su TIM “ai sensi dell’art. 93 del Testo Unico della Finanza e dell’art. 2359 del Codice Civile”.
Nel marzo 2018 viene approvato il piano triennale strategico DigiTIM 2018-2020, che punta in particolare su innovazione digitale e digitalizzazione di tutti i processi.
Gestione Elliot
Ad aprile 2018, Cassa Depositi e Prestiti acquisisce azioni TIM per un totale del 4,262% del capitale ordinario. Mentre, l’8,847% è detenuto dal fondo Elliott che, a 4 maggio 2018 (con il 49,84% dei voti), ha scalzato Vivendi la quale risulta comunque il maggior azionista col 23,943% del capitale.
Da Telecom Italia a Gruppo TIM
Nel 2019 Telecom Italia viene rinominato in Gruppo TIM. Ad ottobre 2019, avviene la fusione per incorporazione di Noverca, società italiana attiva come operatore virtuale di telefonia.
Secondo i dati aggiornati a marzo 2021, le attività del Gruppo si possono sintetizzare come segue:
- 30+ mln sono i clienti mobile.
- 16,7 mln sono i clienti su rete fissa.
- 51,7 mln sono i clienti TIM Brasil.
Dati finanziari TIM
- Capitalizzazione di mercato: 9,95 mld di euro.
- Numero di azioni: 21,36 mld.
- Piazza di quotazione: Borsa Italiana.
- Settore: Servizi di telecomunicazione. Telecomunicazioni.
- Dipendenti: 52.200 circa, di cui quasi 43mila in Italia.
- Persone chiave: Salvatore Rossi (presidente) e Luigi Gubitosi (amministratore delegato e direttore generale).
Di seguito alcuni dati finanziari di Telecom Italia riferiti al 2020 e comparati all’esercizio precedente.
- Ricavi: 15,81 mld di euro, -12,07%.
- Utile netto: 7,22 mld di euro, +688,65%.
Azionariato TIM
Secondo i dati forniti dalla Consob e aggiornati a giugno 2021, i maggiori azionisti TIM sono così suddiviso:
- 23,943%, appartiene alla Vivendi SA.
- 5,031%, sono quote di Cassa Depositi e Prestiti.
- 3,133%, appartiene alla Canada Pension Plan Investment Board.
Dividendi TIM
Per l’anno di esercizio 2020 il dividendo TIM è stato stabilito in 0,01 euro per azione posseduta.
Punti di forza di TIM
Tra i punti di forza del gruppo TIM non possiamo non citare la sua capacità di sviluppo e costante investimento in nuovi prodotti e servizi al passo con le moderne tecnologie digitali. In questo modo riesce sempre a rispondere alle crescenti esigenze dei consumatori, in molti casi anticipandole e ponendosi in vantaggio nei confronti dei suoi diretti concorrenti.
Il gruppo detiene una gran parte delle quote del settore delle comunicazioni in Italia. La sua immagine è rafforzata dalla lunga presenza sul mercato, nonché da continue campagne di marketing che le conferiscono affidabilità e qualità nel servizio.
C’è da notare inoltre la capacità di TIM di diversificare le attività in cui opera, un ottimo sistema per proteggersi dai rischi legati a crisi di specifici settori.
Tra i punti di forza di TIM dobbiamo considerare anche i circa 52 mila dipendenti, molti dei quali sono tecnici altamente specializzati. Di questi 43 mila lavorano in Italia.
Principali partecipazioni TIM
Italia:
- Telecom Italia Sparkle, 100%
- Italtel, 34,68% del capitale e 19,37% del voto
- Olivetti, 100%
- Path.Net, 100%
- Telecontact Center, 100%
- Flash Fiber, 80%
- Persidera, 70%
- INWIT, 60%
- Tivù, 4%
Repubblica di San Marino:
- TIM San Marino, 100%
Lussemburgo:
- Telecom Italia Finance S.A. (Lussemburgo) – 100%
Brasile:
- 99,99% – TIM Brasil Serviços e Participações
- 66,58% – TIM Participações
- 100% – TIM Celular
- 99,99% – TIM S.A.
Punti di debolezza TIM
Abbiamo visto quanto sia importante per il gruppo TIM la presenza che ricopre sul mercato italiano. Tuttavia, a causa della forte concorrenza, l’azienda presenta ancora non poche difficoltà a svilupparsi in modo efficace all’estero. Di conseguenza, in presenza di una crisi settoriale in Italia, la società si ritroverà a non avere introiti internazionali per mantenere il proprio reddito.
Il livello dei prezzi praticati da TIM rimane sempre un po’ più alto rispetto ai concorrenti. Pertanto, i grandi gruppi internazionali potrebbero minacciare le quote di mercato conquistate da TIM, con tariffe molto vantaggiose per gli utenti.
Come vedi i punti di debolezza del gruppo TIM non sono tanti. Tuttavia, possono rivelarsi come limiti importanti se visti in relazione al mercato borsistico. Gli investitori infatti potrebbero vedere in questi pochi punti un freno per lo sviluppo futuro dell’azienda.
Andamento quotazione TIM azioni
Vediamo ora l’andamento del titolo TIM a Piazza Affari, negli ultimi 5 anni.
Come vediamo dal grafico, la quotazione TIM ha un andamento piuttosto contrastato tra giugno 2016 e maggio 2018. In questo periodo, il valore del titolo oscilla tra i 0,60 e i 0,90 euro.
Tuttavia, a partire dalla primavera 2019 assistiamo anche ad una costante perdita di terreno del titolo, il quale dimezza il suo valore nell’arco di un anno.
Il crollo delle Borse del febbraio 2020, non aiuta la quotazione TIM che si porta molto vicino alla soglia dei 0,30 euro nell’arco di un apio di settimane.
Dopo una ripresa contrastata, il titolo scende ancora portandosi sotto i 0,30 euro a fine ottobre 2020.
Nei mesi successivi assistiamo ad una costante ripresa, con il titolo che si riporta sui 0,46 euro nella primavera 2021.
Previsioni azioni TIM
Secondo gli analisti per le azioni TIM si prevede nel breve una tendenza al rialzo.
In questo periodo, il titolo TIM presenta un moderato grado di rischiosità.
Come imparare a fare trading
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Comprare e vendere azioni TIM
Tutto ciò premesso, per me è doveroso ricordarti che le azioni sono un investimento con un tasso di rischio medio-alto, quindi se non te la senti potresti comunque investire in obbligazioni. In questo caso il rischio è più basso, ma lo saranno anche i guadagni.
Inoltre, tiene presente che potresti ottenere dei buoni investimenti anche attraverso il trading online e guadagnare su l’andamento del titolo.
Dove comprare azioni TIM
Per poter investire in Borsa è necessario appoggiarsi ad un broker, ovvero un intermediario. Il ruolo dell’intermediario può essere svolto anche da un istituto di credito e sicuramente anche la tua banca offre ai suoi clienti diversi prodotti di investimento.
Ciononostante, devi sapere che i servizi finanziari offerti dalle banche hanno dei limiti che potrebbero influire sui tuoi margini di guadagno. Vediamoli:
- Costo commissioni. Come per tutti i servizi anche questo comporta dei costi, i quali non sono trascurabili e andranno a condizionare il tuo guadagno finale. Le commissioni bancarie sono tra le più alte sul mercato.
- Scarsa varietà di titoli. Poiché la gran parte delle banche sono attive solo nella Borsa Italiana, differenziare il proprio portafoglio azionario non è semplice.
- Non è possibile comprare e vendere azioni in giornata.
- Nessuna possibilità di usare la leva finanziaria e neppure la vendita al margine. Dunque, non puoi usufruire di strumenti di investimento per fare trading con qualsiasi andamento di un titolo azionario.
- Non è possibile vendere allo scoperto. Non puoi quindi sfruttare le fluttuazioni del mercato, anche senza possedere materialmente le azioni.
In definitiva, se vuoi comprare azioni TIM ti consiglio di valutare il trading online.
Con il trading online potrai operare liberamente e differenziare quanto vuoi il tuo portafogli azionario, ad un costo decisamente contenuto.
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Conclusioni: conviene comprare azioni TIM?
Abbiamo visto di cosa si occupa il Gruppo TIM e qual è il mercato in cui opera.
Quando analizziamo le previsioni su l’andamento di un titolo azionario, dobbiamo necessariamente tenere conto di alcuni importanti fattori. Innanzitutto, valuta con attenzione i punti di forza e i limiti del Gruppo. Inoltre, tieni sotto controllo alcuni aspetti fondamentali:
- L’evoluzione del mercato delle telecomunicazioni (telefonia, internet, ecc.). Di recente (maggio 2021) si è palesata l’ipotesi che il progetto sulla rete unica in Italia (di cui TIM è capofila) venga momentaneamente messo da parte dal governo. Questo significherebbe perdere una commessa molto importante per il Gruppo.
- Gli investimenti industriali del Gruppo nell’ultimo anno sono pari a quasi 700 mln di euro. Tuttavia, verifica se questi investimento sono rivolti a diversificare l’offerta e ad espandere le attività all’estero.
- Segui con attenzione la concorrenza di questo settore specifico. In particolare: eventuali partnership con aziende tecnologicamente avanzate e che potrebbero minacciare le quote di mercato di TIM.
- Monitora tutte le informazioni rilasciate dall’azienda. In particolare, piani di investimento, nuove partnership, acquisizioni, ricavi, riduzione dei costi operativi con sistemi innovativi ed efficienti, ecc..
Questi sono informazioni importantissime da controllare costantemente, tuttavia non sono ancora sufficienti. Infatti, dovrai seguire anche l’andamento del titolo e, in particolare, controllare la volatilità del periodo di riferimento.
Tutte queste informazioni possono essere utili per valutare se conviene comprare azioni TIM.
Per concludere, in questo periodo il valore delle azioni TIM è relativamente basso. Quindi questo scenario potrebbe invogliare ad un investimento nel medio e lungo periodo. Tuttavia, ricorda che puoi anche guadagnare sulla oscillazione del prezzo del titolo TIM, attraverso il trading online di eToro.
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