Investire in Borsa è un’opzione presa sempre più in considerazione in virtù di due circostanze concomitanti: il periodo di crisi economica e la presenza sempre più ampia di possibilità di investimento virtuale. Che sia attraverso un consulente presso il proprio istituto bancario o grazie a strumenti evoluti di trading online, oggi investire in Borsa è un’attività crescente anche fra i non addetti ai lavori.
Investire in titoli e obbligazioni può essere una modalità valida e stimolante di utilizzare una parte dei propri risparmi o depositi, ma il quesito fondamentale a cui ogni principiante in ambito di investimenti finanziari (che non voglia affidarsi ad un professionista) deve far fronte è come intraprendere questa attività senza esporsi a rischi di perdite.
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Azioni e obbligazioni
Per investire in Borsa e ottenere dei guadagni dai propri risparmi, occorre conoscere gli strumenti a disposizione e soprattutto dove investire, su quali opzioni finanziarie indirizzare il proprio interesse di acquisto. Sono infatti moltissimi gli strumenti a disposizione di chi vuole investire, ma la loro comprensione non è sempre immediata per chi non è addetto ai lavori.
Per chi si avvicina al mondo della finanza è dunque necessario conoscere almeno gli elementi
basilari e strutturali dei principali strumenti di investimento. La prima distinzione, primaria per chi investe, è fra azioni e obbligazioni.
Le azioni si possono definire quote di partecipazione al capitale di rischio di un’azienda; non c’è alcuna garanzia di guadagno né della restituzione di quanto investito, ma se il valore dell’azienda cresce l’investitore guadagna.
Le azioni si distinguono in tre categorie: ordinarie, di risparmio e privilegiate. Tutte e tre le categorie danno diritto a chi le acquista di partecipare alla distribuzione degli utili, qualora l’azienda decidesse di effettuare questa operazione. Le privilegiate, però, sono oggetto di preferenza nella distribuzione stessa.
Le obbligazioni, invece, sono prestiti che vengono rimborsati con l’aggiunta di un interesse: acquistare un’obbligazione, infatti, equivale a prestare del denaro all’ente di cui di diventa ”creditori”e da cui si otterrà il rimborso di quanto prestato oltre all’interesse per averlo prestato.
Le obbligazioni si dividono in otto categorie: a tasso fisso, a tasso variabile, strutturate, subordinate (in caso di fallimento l’investitore viene pagato dopo i creditori privilegiati), zero coupon, perpetue (con interessi periodici a tempo indeterminato ma senza restituzione di quanto investito), convertibili (che possono essere rimborsate in denaro o in alternativa con altri titoli) e callable (chi le emette può decidere di rimborsarle prima della scadenza naturale).
Un elemento da non sottovalutare quando si decide di investire in Borsa in azioni o obbligazioni, è che se l’azienda fallisce gli obbligazionisti hanno diritto al rimborso di quanto investito a seconda del rimanente nella disponibilità della stessa, mentre gli azionisti non hanno diritto ad alcun rimborso. Va infatti ricordato che investire in azioni significa partecipare al capitale di rischio di un’azienda; non c’è alcuna garanzia di guadagno né della restituzione di quanto investito.
Rischi e affidabilità
Come già precisato più sopra investire in Borsa è un’attività non esente da rischi connessi alla possibile perdita del capitale investito. Questo può avvenire in virtù di fluttuazioni dei mercati, mutamenti geopolitici di grande portata, crisi economiche interessanti aree geografiche o nazioni specifiche per cui il tessuto finanziario e aziendale delle stesse ne risente negativamente.
Questa considerazione vale in maniera più marcata per quanto riguarda le azioni, che si configurano
come un investimento sul domani, prossimo o lontano, di cui è spesso difficile comprendere i mutamenti; per tentare di prevedere come andranno le azioni su cui la nostra attenzione si concentra ci si può affidare all’analisi dell’andamento passato delle stesse, ad una sorta di ”storico” che potrebbe permettere di ipotizzare almeno nel breve periodo come il titolo si muoverà. Tramite il sito di Borsa Italiana è possibile analizzare l’andamento dei titoli.
È poi possibile, ma qui occorre una preparazione finanziaria più approfondita, effettuare una ricognizione su vari parametri aziendali come i dividendi o i bilanci, tali da permettere una visuale più ampia specialmente rispetto ad altre realtà aziendali concorrenti o simili la cui crescita o decrescita potrebbero influenzare il titolo su cui si ha intenzione di investire.
Questo per quanto riguarda le azioni. Passando alle obbligazioni occorre fare cenno ad un concetto fondamentale per chi voglia investirvi, ovvero l’affidabilità che altro non è se non la capacità che l’ente o l’azienda le cui obbligazioni abbiamo acquistato di ripagare i debiti. Per capire quanto un’azienda o un ente siano o meno affidabili esiste un modo certo ovvero affidarsi alle valutazioni delle agenzie di rating: tali agenzie sono in grado di effettuare stime su quanto un’azienda o uno Stato sia affidabile nel ripagare i debiti che nel tempo ha contratto, permettendo così a piccoli e grandi investitori di valutare dove e quanto investire in obbligazioni. Le più importanti sono Standard & Poor’s, Moody’s Investor Service e Fitch Ratings.
I ”rating” sono dei voti espressi su una scala di valori predeterminata, il più delle volte corrispondenti a lettere o simboli. La valutazione del profilo di rischio di un’azienda, ente o Stato si innesta su una scala di valori che va da AAA, che significa un basso rischio di credito (ovvero un’alta capacità di rimborsare il debito) a D, ovvero capacità praticamente nulla di rimborsare il debito.
La ”Borsa Virtuale”
Come ogni attività che ci si appresta a fare per la prima volta, anche per quanto riguarda l’investire in Borsa occorre fare un po’ di allenamento, prendere dimestichezza con gli strumenti che si hanno a disposizione senza però mettere a rischio il proprio capitale ma investendo in maniera virtuale su titoli e obbligazioni. A questo scopo esistono dei servizi di ”borsa virtuale”, una sorta di campo di allenamento in cui simulare investimenti, valutarne l’efficacia e il rendimento, capire come e dove orientarsi e con quali tempistiche.
Tramite questi servizi dedicati è possibile creare un proprio protafoglio titoli virtuale tramite il quale esercitarsi in acquisti e vendite, nella valutazione di azioni e obbligazioni. È un modo di investire come se si fosse sulla piazza reale ma allo stesso tempo si acquisisce la capacità di gestire un proprio portafogli in una fase che potremmo definire didattica e propedeutica al fine di avvicinarsi con maggiore consapevolezza al mondo della finanza e della Borsa.
Borsa Italiana dispone di un servizio di borsa virtuale al quale ci si può facilmente iscrivere con username e password di accesso.
Il trading online
Oggi sono moltissimi i correntisti italiani il cui conto permette l’accesso al trading online, attività finora non molto pubblicizzata ma di sicuro interesse. Questo servizio che letteralmente tradotto dall’inglese significa negoziazione telematica di titoli è messo a disposizione da società finanziarie, tutte autorizzate dalla Consob, le quali forniscono ai clienti/investitori una piattaforma digitale, un software, tramite il quale una volta conessi ad Internet possono acquistare o vendere titoli o obbligazioni in tempo reale.
Queste società specializzate sono chiamate ”broker online” e possono essere istituti bancari o realtà specializzate solo nel trading online; per effettuare operazioni finanziarie su titoli presenti nel mercato queste società richiedono una commissione su acquisti e vendite, la cui entità varia dai 2/3 € fino ai 13/15 € a seconda dei mercati e dei prodotti finanziari su cui ci si effettuano operazioni. Un segmento in crescita quello del TO: in base all’ultima classifica stilata da Assosim, infatti, il trading online rappresenta al momento il 40% del controvalore scambiato su azioni italiane.
Con questa modalità sarà possibile investire in Borsa direttamente dal proprio pc o smartphone e tenere costantemente sotto controllo il mercato azionario, così da poter vendere o acquistare con il vantaggio delle tempistica ridotta all’osso.
È altresì importante, in ordine alla scelta del broker presso cui aprire il proprio conto di trading online, individuare preventivamente quali sono gli obiettivi che ci si pone.
Se infatti si vuole aprire un conto anche per scopi ordinari come l’accredito dello stipendio o il pagamento dell’affitto di un immobile allora ci si potrà orientare verso un istituto bancario che possa soddisfare entrambe le esigenze, mentre se si punta solo al trading online allora sarà il caso di rivolgersi a società che effettuano solo questo servizio prevalentemente via web.
Una delle migliori piattaforme di Trading online è eToro.
Informativa:
Disclaimer: Il 76% dei conti degli investitori al dettaglio perde denaro quando fa trading di CFD con questo fornitore. Dovresti considerare se capisci come funzionano i CFD e se puoi permetterti di correre il rischio elevato di perdere i tuoi soldi.
Borsa Italiana, i dati del 2017
In ordine ad una più ampia e strutturata comprensione dell’andamento di titoli e obbligazioni è corretto fare riferimento, per chi volesse investire tramite trading online o tramite un consulente presso istituto bancario, a quanto accaduto nell’anno precedente nel mercato finanziario di riferimento. Relativamente all’Italia è possibile, oltre che consigliabile, consultare il rendiconto finale delle attività emesso nel consueto comunicato stampa di Borsa Italiana, nel quale sono elencati dati e numeri relativi all’indice FTSE MIB.
Andando ad analizzare quanto comunicato comunicato da Borsa Italiana al 22 dicembre 2017, si può apprezzare che l’indice FTSE MIB ha registrato un aumento del 15,5% (max annuale 23.046 il 2 novembre 2017; min 18.591 il 31 gennaio 2017) e l’indice FTSE Italia All Share un aumento del 17,2% (max annuale 25.462 il 2 novembre 2017; min 20.364 il 31 gennaio 2017). Il comparto delle PMI, spiega BI, si è distinto per una performance migliore rispetto agli indici principali.
La capitalizzazione complessiva delle società quotate si attesta a 644,3 miliardi di Euro, pari al 37,8% del PIL. Dato importante per chi voglia investire e acquistare titoli, gli scambi di azioni nel 2017 hanno registrato una media giornaliera di 2,5 miliardi di Euro e circa 278.000 contratti. Complessivamente sono stati scambiati oltre 69,6 milioni di contratti e un controvalore di 624,6 miliardi di Euro. Il massimo giornaliero per contratti e controvalore scambiato è stato raggiunto il 24 aprile 2017 con 5,3 miliardi di Euro e 472.163 contratti scambiati.
L’azione più scambiata sia per controvalore è stata Unicredit, con un totale di oltre 74 miliardi di euro, sia in termini di contratti con 4,5 milioni di contratti.
Nell’anno 2017 il totale della raccolta è stato pari a 5,4 miliardi di Euro da parte delle 32 società che si sono quotate sui mercati di Borsa Italiana attraverso Initial Public Offering. Sono state poi effettuate 11 operazioni di aumento di capitale con un controvalore di oltre 14 miliardi di Euro. Le OPA complessivamente lanciate nel 2017 sono state 18. Di queste, 15 concluse per un controvalore di 800 milioni di Euro.
Altro dato da non sottovalutare è la turnover velocity domestica, l’indicatore che rapportando il controvalore degli scambi alla capitalizzazione segnala il tasso di rotazione annuale delle azioni. Nel 2017, spiega BI, è stato pari al 108,1%.
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