Per poter rispondere devo partire da un’altra domanda: chi è Chiara Ferragni?
Contrariamente a quanto si può pensare, non stiamo parlando di una favola dipinta con i colori della Disney, ma di una storia imprenditoriale che ha saputo sfruttare al momento giusto le nuove opportunità del mondo digitale.
In questo articolo vedremo da dove è partita la famosa fashion blogger italiana. Come si è evoluto il suo business e chi ha contribuito a renderlo tale. E soprattutto andremo a fare le pulci al fatturato di Chiara Ferragni.
Vedremo, inoltre, quali attività l’hanno portata ad essere la fashioner più influente secondo Forbes, nonché argomento di studio ad Harvard.
Come approfondimento andremo ad analizzare la differenza tra fashion blogger e fashion influencer.
Chi è Chiara Ferragni
Nata nel 1987 a Cremona, da madre scrittrice e padre dentista, ha due sorelle minori Francesca e Valentina.
Già negli anni dell’adolescenza inizia a postare i suoi outfit in Netlog, una piattaforma pioniera del social networking. Qui Chiara pubblica quotidianamente un diario corredato di immagini che ben presto iniziano a ricevere interazioni, con un costante aumento di seguaci (troppo presto anche per il termine follower).
A quei tempi utilizzava il nick Diavoletta87 e i contenuti erano pressoché di livello adolescenziale, in linea con il pubblico al quale si rivolgeva.
La popolarità cresce. Decide quindi di aprire un sito web personale, su una piattaforma gratuita: Il Sito di Diavoletta87. C’era ancora molto su cui lavorare.
Successivamente passa a Flickr, piattaforma per la condivisione di immagini, dove continua a postare i suoi abbinamenti fashion preferiti.
Nel frattempo terminato il liceo inizia a frequentare la facoltà di giurisprudenza alla Bocconi di Milano, dove incontra Riccardo Pozzoli, anche lui studente della Bocconi nel ramo della finanza, e con il quale inizia una relazione sentimentale.
L’attività online diventa sempre più seguita, ma il salto di qualità avviene proprio grazie all’intuito di Pozzoli.
Infatti, dopo uno stage negli Stati Uniti, Riccardo propone a Chiara di aprire un sito web come Fashion blogger, figura già popolare negli states, grazie soprattutto ai Social in continua crescita.
Con un investimento di 10 Euro, Pozzoli acquista un dominio e un hosting. Così nasce The Blond Salad.
Il sito/blog, come si può intuire dal nome, contiene tutti gli interessi della bionda Chiara. Gli argomenti principali sono: moda, viaggi, fotografia, lifestyle. La gestione dei contenuti è affidata interamente alla fashion blogger in erba.
Ma per rendere autorevole il sito sono necessarie delle foto professionali.
Pozzoli investe altri 500 Euro su una fotocamera digitale e inizia ad improvvisarsi fotografo.
Il soggetto è ovviamente Chiara che indossa i capi più alla moda abbinandoli a piacimento. Rispetto alla adolescente di qualche anno prima i gusti si sono raffinati e gli outfit da lei proposti si rivelano sempre più apprezzati.
Siamo nell’ottobre del 2009 quando viene pubblicato il primo post. Dopo un mese il sito registra già 30 mila visite al giorno.
Cominciano ad arrivare inviti alle sfilate di moda di tutto il mondo e le grandi griffe iniziano ad interessarsi a lei.
La coppia Ferragni Pozzoli non ha ancora un ufficio e neppure una società, ma il successo del blog è in continua crescita. Grazie soprattutto al buon seguito che riesce ad avere all’estero, pubblicando i suoi post anche in inglese.
Nel 2011 Pozzoli si laurea, mentre Chiara lascerà l’università a tre esami dalla conclusione.
E’ l’anno giusto per diventare adulti. Viene infatti creata la TBS Crew srl. Chiara Ferragni e Riccardo Pozzoli sono gli unici soci, rispettivamente con il 55 e il 45%.
Si prova anche a creare una collezione di scarpe, ma il progetto non va in porto.
Pozzoli negli anni ha creato diverse società, soprattutto startup in campo digitale. In alcune di queste la Ferragni detiene tutt’ora delle quote come socia.
Ma torniamo al blog The Blond Salad.
Inizialmente, per renderlo produttivo, si inserivano i link dei prodotti pubblicizzati che indirizzavano l’utente al sito del brand in questione. La TBS guadagnava una percentuale su ogni vendita portata a termine. Nei fatti un’affiliazione.
Arriva anche Instagram, un Social che sembra creato su misura per i fashion blogger. La Ferragni ne approfitta subito e inizia a mietere successi. Oggi il suo profilo conta quasi 15 milioni di follower.
Un bacino di utenti interessato alla moda e pertanto molto ghiotto per qualunque azienda del settore.
Nel 2012 viene costituita la Serendipity srl. Oggi partecipata al 40% dalla Febo, holding del Gruppo Barletta, il primo ad investire nella Chiara Ferragni Collection.
Tuttavia, nel 2013 nel blog iniziano a calare le visite.
A quel punto, viene reclutato Alessio Sanzogni, già responsabile divisione digitale della Louis Vuitton Italia.
In tre anni di permanenza alla TBS, Sanzogni, rivoluziona la struttura editoriale del blog. Vengono assunti dei project manager, addetti al marketing e alla comunicazione, nonché un grafico.
The Blond Salad si trasforma in un magazine di costume, con un progetto editoriale ben definito che spazia dalla vita di Chiara Ferragni, ai consigli di moda e tendenze, shopping, viaggi, lifestyle, ecc.
Nel blog inizia a lavorare anche la sorella minore della Ferragni, Valentina, come fashion influencer.
Nel frattempo la notorietà cresce e Chiara Ferragni è sempre più richiesta agli eventi. Nel 2014 la fee per una sua presenza andava dai 30 ai 50 mila dollari.
A partire dal 2016 The Blond Salad passa alla vendita diretta dei prodotti presentati e indossati dalla Ferragni, integrando una piattaforma eCommerce nel sito.
Il Financial Times ha inserito Chiara Ferragni tra i grandi nomi del mercato del lusso digitale. Forbes nel 2016 l’ha inserita tra i migliori 30 under 30.
La Harvard Business School ha coinvolto per ben due volte la fashion blogger, con il suo socio in affari, per una lezione di marketing. Lo scopo era di spiegare, agli studenti della MBA, l’evoluzione di The Blond Salad dal punto di vista editoriale e finanziario.
Come le cronache rosa riportano, Chiara Ferragni ha da tempo chiuso la relazione con Riccardo Pozzoli e si è legata sentimentalmente con Fedez, padre del bimbo nato nell’aprile scorso e che ha sposato di recente.
Con Pozzoli i rapporti sono rimasti ottimi a lungo. O perlomeno sino al dicembre scorso, quando la Ferragni ha assunto il ruolo di CEO nella TBS, nei fatti sostituendolo, e in merito alla vicenda si è limitata a dichiarare che Pozzuoli rimaneva socio, ma senza ruoli operativi.
Voci di corridoio riferiscono che Pozzoli, e diversi dipendenti, abbiano manifestato malumori in riferimento alla deriva eccessivamente commerciale, che l’immagine della Ferragni ha assunto come conseguenza della relazione con il rapper.
Chiara Ferragni Collection
Come dicevo, il primo tentativo di creare una collezione di scarpe non ebbe un seguito. Probabilmente a causa di un partner sbagliato.
Ma nel 2013, con l’aiuto di Paolo Barletta (gruppo costruzioni Barletta), che investe 500 mila Euro nel progetto, si parte con la Chiara Ferragni Collection. I soci sono la stessa Ferragni, Pozzoli, Barletta e Lorenzo Barindelli (sales manager).
La Ferragni si occupa della direzione creativa, affiancata da dei giovani designers. La produzione è affidata ad un’azienda pugliese, la Mofra Shoes.
Il modello di punta sono le ballerine decorate con glitter e il caratteristico occhio che fa l’occhiolino, non a caso denominate Flirting Shoes.
La produzione prevede anche sneacker, stivali, borse e accessori.
Oggi il brand Chiara Ferragni Collection è diffuso in oltre 300 store in giro per mondo.
A settembre del 2017 è stato inaugurato il primo flagship store a Milano (via Capelli) e tra gli obiettivi del brand c’è l’espansione in Cina.
Ma quanto guadagna Chiara Ferragni?
Tutto ciò che ho premesso l’ho fatto per farti capire che Chiara Ferragni non è arrivata dove è ora, perché una mattina di è svegliata e ha deciso che nella vita avrebbe voluto fare Chiara Ferragni.
Si può partire da un’idea o da un intuito, ma poi sono necessarie competenze ben precise e, come hai visto, in questa storia sono diverse le persone coinvolte e che hanno contribuito al successo del brand. Di sicuro una squadra eccellente.
Andiamo ora a vedere quali sono i guadagni effettivi delle attività della Ferragni.
Ovvero, aldilà del fenomeno cult buono da dare in pasto ai media e i milioni di follower da fare invidia a Madonna, esiste anche un fenomeno imprenditoriale? Quanto rendono tutte le attività che ti ho descritto sinora?
Attualmente, la TBS Crew srl si occupa di tutto ciò che concerne il blog/magazine, mentre la Serendipity srl si occupa dell’eCommerce. Ti ricordo che la Ferragni è socia di entrambe le società.
Andiamo ora a vedere i bilanci.
La TBS ha un fatturato di 3,2 milioni di Euro e un utile pari a 6 mila Euro. Con debiti in scadenza per quasi un milione di Euro.
Mentre, la Serendipity srl ha un fatturato di 1,4 milioni di Euro ed un utile di 4900 Euro.
Come vedi la redditività di entrambe risulta assai scarsa.
Mentre, per quanto riguarda la Chiara Ferragni Collection, non esiste alcun bilancio che confermi i guadagni milionari generati dal marchio e riportati da alcuni media (si parla di 20 mln di fatturato).
Quanto guadagna Chiara Ferragni con Instagram?
Ebbene si, Chiara Ferragni guadagna con Instagram ed anche molti soldi!
Come?
Semplicemente indossando capi di altri brand e sponsorizzarli al suo grande pubblico che la segue.
Per un post sponsorizzato Chiara Ferragni chiede intorno ai 12.000€.
Si hai capito bene. 12.000€ per una semplice foto scattata.
Oggi avere un gran seguito significa avere in mano una miniera d’oro, e Chiara questo ce l’ha dimostrato.
Non possiamo negare quindi che Chiara Ferragni abbia avuto successo grazie ad internet e grazie ai social media. Lei è l’esempio per accezione ma ci sono anche molti altri ragazzi che riescono a guadagnare solo grazie ad Instagram molti soldi.
Come fanno?
Sponsorizzando i prodotti dei brand o vendendo i propri prodotti o servizi.
Per fare questo però bisogna avere ovviamente molto seguito e molti follower.
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In conclusione
I fatturati creati con le società sono in linea con una qualsiasi media impresa italiana.
Pertanto, è lecito pensare che più che ad un fenomeno imprenditoriale siamo di fronte ad una campagna di comunicazione d’immagine creata ad hoc per alimentare la popolarità del brand Chiara Ferragni.
Una popolarità che le permette di firmare contratti come testimonial e modella. Parliamo di brand come Calzedonia, Intimissimi, Swarovski, Lancome.
Non si conoscono i termini di questi contratti, ma si suppone siano quanto meno appetibili, considerati gli attori in scena.
Da rilevare anche i numerosi articoli, nonché le copertine a lei dedicate dai magazine di tutto il mondo.
Fashion blogger o Fashion influencer?
Ora vediamo alcune doverose precisazioni, necessarie per attribuire il giusto nome, e il giusto ruolo, alle figure professionali.
Stiamo parlando di professioni nate e sviluppatesi con le nuove tecnologie, in particolare con il web.
La figura del fashion blogger è sicuramente tra le più ricercate dalle aziende e alle quali in molti aspirano.
Il fashion blogger si occupa della promozione di abbigliamento e accessori moda. Lo fa attraverso il suo blog e i canali social. Instagram, in particolare, si è rivelato un’ottima vetrina per questo tipo di attività.
Ora, ci si chiede come mai negli ultimi anni questa figura professionale sia diventata così importante, arrivando a fatturare cifre impensabili. E sopratutto: da dove arriva il guadagno?
Sono le aziende produttrici di moda ad affidarsi ai blogger per la promozione dei loro capi.
Infatti, ricerche e analisi hanno stabilito che un capo di abbigliamento indossato e recensito da fashion blogger, contribuisce notevolmente alle vendite del brand.
Come abbiamo visto per Chiara Ferragni, non ci si improvvisa. E’ un lavoro, pertanto richiede professionalità e competenze specifiche in diversi settori.
Innanzitutto, e non è scontato, si deve avere una preparazione approfondita nel campo della moda.
Non basta avere la passione, sono necessarie una discreta padronanza dei termini tecnici e dei materiali utilizzati. Buon gusto e dimestichezza nella composizione di abbinamenti per creare gli outfit.
Sin qui sembra facile.
Ma per avere successo come fashion blogger è necessario avere anche un’ottima padronanza delle strategie di web marketing.
Infatti, solo utilizzando le tecniche di Content marketing, SEO e Inbound marketing, volte ad acquisire una maggiore visibilità, si potranno raggiungere risultati soddisfacenti.
Quindi, non basta saper scrivere dei testi piacevoli per il lettore, ma devono essere anche orientati al buon posizionamento sui motori di ricerca.
Di fondamentale importanza sono anche le competenze nel campo del Web social management.
Tieni presente che le aziende sono molto attratte dai fashion blogger che hanno almeno 100 mila follower su Instagram. Inoltre, questa piattaforma si sta rivelando sempre più efficiente dal punto di vista della visibilità. Mentre, un blog come sappiamo richiede tempi e costanza nelle pubblicazioni molto più lunghi.
Tuttavia, il blog serve per mantenere una certa autorevolezza come reputazione. Insomma, possedere un sito, curato costantemente con testi e immagini professionali è un biglietto da vista di sicuro impatto. Inoltre, un sito web/blog veicola utenti che puoi mantene aggiornati anche attraverso la Email marketing, uno strumento di marketing sempre molto efficace.
Tutta l’attività di un fashion blogger è tracciabile e documentabile attraverso Google Analytics e Search Console.
Il Fashion blogger può essere un freelancer, ma anche un dipendente. Tecnicamente può essere anche considerato un influencer.
Sin qui abbiamo identificato la figura del fashion blogger. Passiamo ora a descrivere quella del fashion influencer.
Non ti nego che in materia si fa molta confusione.
Tuttavia, è quantomeno doveroso fare questa distinzione e la farò dal punto di vista tecnico.
Come abbiamo visto, l’attività principale del fashion blogger è incentrata sul blog. I suoi contenuti hanno come base articoli ben studiati e immagini professionali associate. Per avere maggiore visibilità utilizza anche i Social.
Mentre, il fashion influencer utilizza soprattutto i Social per condividere quasi esclusivamente immagini. Il suo scopo è di creare engagement, ovvero coinvolgere gli utenti, favorire condivisioni e rendere virale un contenuto.
Come guadagna il fashion Influencer? In diversi modi.
Considera che se un’azienda decide di pagarlo per promuovere i suoi prodotti, allora diventa un ambassador.
Te l’avevo detto che c’è un po’ di confusione in merito…
Inoltre, anche se la notorietà di un fashion influencer si basa sul numero di follower e sull’engagement prodotto dai suoi contenuti, risulta piuttosto complicato misurare la visibilità effettiva di questi.
Riepilogando.
Il fashion blogger utilizza il suo blog come canale di comunicazione principale.
Mentre, per il fashion influencer, il canale di comunicazione principale sono i Social. Può avere anche un blog, ma non lo usa come strumento principale di promozione.
Di sicuro il fashion influencer è attualmente la figura che attrae maggiormente l’attenzione delle aziende.
Tuttavia, spesso si fa confusione e si trascura il fatto che la visibilità non è data dal numero di followers, ma dall’engagement che si riesce a creare.
Inoltre, come abbiamo visto, il fashion Influencer, termina di esistere (come figura professionale) nel momento in cui viene pagato per promuovere qualcosa.
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